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Sono ormai venticinque anni che i Paesi occidentali vivono il dramma del terrorismo islamico, ma nonostante guerre, alleanze sancite e instaurazione di regimi "amici", la situazione resta incandescente. Ma è davvero impossibile fermare gli islamisti? E per quale motivo i popoli del Medio Oriente ci appaiono irriducibilmente ostili, anche quando ci presentiamo con le migliori intenzioni? Nella prima inchiesta che ha il coraggio di affrontare a fondo le responsabilità dell'Occidente, Fulvio Scaglione - che ha vissuto da inviato tutti i conflitti che hanno generato l'attuale crisi mediorientale, dalla Cecenia all'Afghanistan fino all'Iraq - racconta i clamorosi errori di valutazione, gli affari non sempre limpidi, le alleanze sbagliate a tradite, e mette a nudo ciò che potevamo fare e che invece non abbiamo fatto contro il terrorismo islamico. Dalle fratture ereditate dalle politiche coloniali ai danni causati con la rovinosa "guerra al terrore", dalla visione superficiale sull'lsis e la sua organizzazione all'unione di politica e interessi che ha determinato le strategie in Medio Oriente, Scaglione passa in rassegna la lunga lista di disastri in cui ci siamo impantanati. E mette in discussione le basi su cui abbiamo fondato le nostre scelte, a partire dall'illusione di poter "esportare la democrazia" e imporre in ambiente islamico usi e costumi occidentali: perché, al di là della propaganda, "i tentativi di travasare i riti della nostra democrazia hanno sempre prodotto dei mostri politici".